SPI, Premi LiberEtà: proclamati i vincitori dell’edizione 2021

Premi LiberEtà. Proclamati i vincitori dell’edizione 2021


Paola Salvadori, con il diario Imperfetto futuroMario Patruno, con il racconto Comunista a sedici anniMatteo De Laurentiis e Katia Franco, con il cortometraggio Er Còllera Mòribbus: sono questi i vincitori rispettivamente dell’edizione 2021 del premio Letterario LiberEtà, del premio Guido Rossa e del premio corti Spi Stories promossi dalla rivista e dallo Spi Cgil.

Dopo un anno di intenso lavoro da parte della macchina organizzativa che ha raccolto, letto, visionato e selezionato le centinaia di opere in concorso, il 29 novembre, a Roma, i vincitori sono stati annunciati nel corso della manifestazione “Un altro giorno” condotta da Neri Marcorè e Daniela Baldassarra.

È stata l’amministratrice delegata della società editrice LiberEtà, Miriam Broglia, ad aprire la manifestazione che – a differenza di quanto accaduto lo scorso anno, con gli organizzatori costretti dal Covid-19 a svolgere l’evento in diretta streaming – si è tenuta con il pubblico presente in sala. E proprio dinanzi a centinaia di persone, hanno ricevuto i loro premi anche Vincenzo Mazzeo e Domenico Aleotti, vincitore e finalista della scorsa edizione.

Un passo avanti verso il ritorno a una normalità, ha sottolineato Broglia. Una realtà ancora insufficiente per sentirsi fuori da una pandemia che ha mietuto troppe vittime e che richiede una maggiore protezione per chi, più fragile, necessità di tutele sanitarie, economiche e sociali. Ecco perché, ha precisato l’amministratrice delegata, «voglio dedicare questo evento a Bruno Pizzica, dirigente dello Spi Cgil dell’Emilia Romagna, scomparso quest’anno a causa del Covid, un dirigente che ha dedicato la vita agli ultimi, a quelli che chiamiamo “invisibili”».

Oltre alla proclamazione dei vincitori, nel corso dell’iniziativa si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “Come combattere le disuguaglianze”, conversazione a più voci sul libro Uguaglianza. La più attuale delle questioni (ed. LiberEtà) a cura di Andrea Criscenti. Un dibattito in cui, insieme all’autore, sono intervenuti Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat; Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil; Camilla Piredda, componente dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli studenti universitari.

Al termine della serata, dopo la presentazione della nuova veste grafica della testata del mensile LiberEtà, uno spazio particolare è stato dedicato alla premiazione di circa sessanta Liberattivi. La consegna dei riconoscimenti da parte dello stesso segretario generale Pedretti è andata a una cospicua rappresentanza di coloro che promuovono e diffondono il mensile LiberEtà in tutta Italia. Un’attività svolta da volontari che nel confronto diretto con vecchi e nuovi abbonati aiutano, da decenni, a tenere costantemente vivo il rapporto tra la rivista e i propri lettori, tra il mensile e la realtà del paese.

I vincitori dei concorsi

Il premio LiberEtà. Paola Salvadori, preside presso l’istituto comprensivo Don Lorenzo Milani di Barberino Tavernelle, in provincia di Firenze, è la vincitrice della ventitreesima edizione del premio letterario LiberEtà. Si è aggiudicata il primo posto con Imperfetto futuro, diario di un’adolescente millennial, la quindicenne Cecilia che – si legge nelle motivazioni lette dalla neo presidente del premio, Francesca Santoro – soltanto attraverso l’incontro con la memoria, la Storia con la S maiuscola e la riflessione sulla propria storia individuale riesce a trovare gli elementi decisivi per la sua maturazione.

Dietro di lei, secondi e terzi si sono classificati: Gian Filippo Della Croce, con il romanzo industriale Il cannone sepolto, e Giuseppe Tadolini con il racconto Alla scuola serale erano tutti stanchi.

Il testo di Della Croce, ambientato alla vigilia del secondo conflitto mondiale, ruota intorno alle vicende delle acciaierie di Terni, dove si fabbricano armi e dove si vuole realizzare un cannone con una lega di acciaio migliore di quelle prodotte dai tedeschi. Il racconto narra le tensioni crescenti tra Germania e Italia da un lato, e Francia e Inghilterra dall’altro, e le vicende che si svolgono in un hotel frequentato da molti stranieri, tra cui industriali, spie, rappresentanti governativi e oppositori.

Con Alla scuola serale erano tutti stanchi, Tadolini mette l’accento su una storia che riguarda l’Italia del dopoguerra: quella in cui, dopo la fine del secondo conflitto mondiale e della lotta partigiana, chi partecipò alla guerra di Liberazione e chi aveva appoggiato il regime fascista si ritrovarono a dover convivere insieme in un paese diventato democratico e antifascista.

Il premio Guido Rossa. Comunista a sedici anni è il titolo del racconto di Mario Patruno, vincitore della seconda edizione del premio intitolato alla figura di Guido Rossa, operaio e sindacalista che pagò con la vita per aver denunciato le Brigate rosse.

Il riconoscimento nasce con l’obiettivo di raccogliere storie ambientate a cavallo degli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso e tracciare il profilo di una memoria collettiva narrata dai testimoni diretti. Unendo la sua vicenda personale con una rigorosa ricostruzione storica dei fatti nazionali e internazionali che segnarono gli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, Patruno ha realizzato un affresco della storia economica, politica, sociale, culturale e di costume intorno al ventennio in cui milioni di giovani provarono a cambiare il mondo.

Spi Stories. Se la memoria è il timbro messo sui premi narrativi – il premio LiberEtà nasce in collaborazione con l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano fondato da Saverio Tutino – il concorso Spi Stories per cortometraggi, che la casa editrice promuove da nove stagioni insieme allo Spi Cgil, punta invece sui grandi temi d’attualità. Per questa edizione sono circa mille i video pervenuti. Hanno vinto Matteo De Laurentiis e Katia Franco con il cortometraggio Er Còllera Mòribbus – la voce narrante è di Pierfrancesco Favino – girato a Roma, nel marzo 2020, nel pieno della pandemia e del confinamento. Mentre nel video scorrono le immagini suggestive di una Roma completamente vuota, dove si sentono soltanto lo scorrere dell’acqua nelle fontane e i garriti di gabbiani e pappagalli, sono i versi che Giuseppe Gioacchino Belli scrisse nel 1835 in occasione del colera che afflisse il paese a riassumere le ansie e le paure che viviamo anche oggi con il Covid-19.

Riconoscimenti sono andati anche ai cortometraggi Citizen Frame, di Salvatore Polizzi e Diversity, di Martina Huismann Marc Eggers.

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