CGIL DI FORLI
Un Nuovo Patto per il Lavoro : in 10 punti
Con il “Patto per il Lavoro” il 21 luglio 2015 la Regione Emilia Romagna ha saputo mettere insieme il sistema di istruzione, le Province, i Comuni, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali, in una fase in cui , lo ricordiamo, in questo paese la logica della concertazione veniva superata dalla logica della disintermediazione.
Ora, anche grazie a quel Patto, l’Emilia Romagna ha raggiunto indubbi primati in economia ( + 5% del Pil nel trimestre 2016-2018), occupazione (70,2%) investimenti ed esportazioni, ma le sfide per chi si presenterà a sedere in Consiglio regionale e per chi assumerà l’incarico di Presidente della regione non sono finite.
In un regione che ha il 42,5% del PIL basato sulle esportazioni, si temono i riflessi economici delle politiche sovraniste e protezionistiche estere tra cui i dazi, la debolezza dell’attività economia in area Euro registrata nel 2019 tra cui il calo dell’attività industriale in Germania, fino alle ricadute a partire dal prezzo del greggio della complessa fase geopolitica, in particolare in medio oriente. Le riforme del mercato del lavoro e dei sistemi pensionistici hanno determinato un lavoro sempre più precario e povero, con l’aumento dei part time involontari, la riduzione dei redditi e la persistenza anche in questa regione – che si distingue per il positivo tasso di occupazione femminile- di un significativo gap retributivo di genere. Sul piano socio sanitario la popolazione invecchia e i bisogni aumentano.
A queste sfide si aggiungono quelle per la transizione tecnologica e digitale, per la qualità del lavoro, per un sistema socio sanitario che resti all’avanguardia e vicino ai bisogni della popolazione, per ridurre le emissioni di C02, per la messe in sicurezza del territorio e per un Green New Deal, sfide che devono diventare prioritarie.
Per queste ragioni è necessario riconoscere il valore del lavoro svolto con il Patto per il Lavoro, verificare le difficoltà che sono ancora da superare e affrontare le nuove sfide in un Nuovo patto per il Lavoro che “Faccia Quadrato”, mettendo al centro il buon governo, la capacità di dialogo con tutti, il lavoro, l’ambiente e la giustizia sociale e all’angolo le dannose politiche di odio e la contrapposizione degli uni contro gli altri.
Per queste ragioni chiediamo ai/alle candidati/e alle prossime elezioni regionali Emiliano Romagnole di occuparsi dei seguenti temi prioritari dal punto di vista economico , sociale e valoriale impegnandosi a perseguirli:
- OCCUPAZIONE E QUALITA’ DEL LAVORO: chiediamo sia data priorità alla difesa dei posti di lavoro, a creare occupazione e renderla di qualità proseguendo nella lotta alle mafie, alla criminalità organizzata e al caporalato presente anche nei nostri territori in particolare nel settore agricolo. Fondamentale la conferma delle leggi regionali e dei protocolli per la tutela occupazionale e la qualità del lavoro negli appalti pubblici e privati dove ancora la piaga del lavoro gravemente sfruttato, in particolare nella logistica, non è
- AMBIENTE , TRANSIZIONE ECOLOGICA , INVESTIMENTI NEI SETTORI AVANZATI DELL’ECONOMIA La transizione ecologica oltre a non essere più rinviabile può essere un elemento di volano dell’economia assieme agli investimenti nei settori avanzati per dare avvio ad una nuova politica industriale finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione. Si dovrà porre grande attenzione alle riconversioni industriali e alla tutela del lavoro anche attraverso forme di sostegno.
- SALUTE E SICUREZZA: chiediamo ai candidati di essere coloro che in Consiglio regionale metteranno sempre al primo posto la salute e la sicurezza, che viene prima di ogni logica di sviluppo e di
- SANITA’: Il modello emiliano romagnolo deve continuare a garantire un servizio sanitario regionale, pubblico e universalistico, che assicuri le migliori cure e i migliori trattamenti che il progresso scientifico offre a tutti, senza distinzioni, e con tempi di accesso adeguati. E’ dunque necessario valorizzare le specializzazioni da un lato e i servizi di prossimità dall’altro. Per fare questo va sostenuta e rafforzata la sanità pubblica, investendo sulle professionalità e sulla prevenzione; va completato il percorso di diffusione delle Case della Salute, tra cui quella di Forlì, e garantito più sostegno a chi non è autosufficiente e alle persone con disabilità.
- SOCIO SANITARIO, INFANZIA, LONGEVITÀ E NON AUTOSUFFICIENZA: investire sulle politiche socio sanitarie significa mettere in primo piano il ruolo del servizio pubblico, proseguire sul potenziamento dei servizi per l’infanzia (0-6) ed investire sulla qualità della vita fino alla terza età. Significa altresì sostenere le famiglie sulle quali, in particolare sulle donne, ricade ancora la maggior parte del lavoro di cura, significa fare occupazione pubblica e di qualità, significa ritenere la casa un
- POLITICHE PER L’INCLUSIONE E LA SICUREZZA SOCIALE: diciamo no alle politiche dell’odio antitetiche alla Costituzione, alla Resistenza e all’Antifascismo. Il consiglio regionale deve continuare a mettere al primo posto una visione interculturale della società̀, riconoscendo e tutelando le differenze, contrastando le discriminazioni razziste, di genere e per orientamento
- PARITÀ DI GENERE: la parità di diritti per le donne e per gli uomini è essenziale per favorire la pace, la democrazia e lo sviluppo economico. E’ necessario difendere e potenziare la rete dei consultori pubblici in difesa della 194, aumentare le risorse a favore dei Centri Antiviolenza, delle Case rifugio, e dei progetti tesi alla cultura della parità. E’ inoltre necessario un impegno rinnovato per la riduzione del differenziale retributivo di
- INFRASTRUTTURE, TRASPORTO PUBBLICO QUALIFICAZIONE E INTEGRAZIONE MODALE: Mentre vanno completate le opere funzionali al nostro sistema produttivo in una visione sostenibile dello sviluppo, è necessario completare il percorso previsto nel Patto per la mobilità, incentivando l’uso del mezzo pubblico, la “mobilità dolce” e confermando tariffe agevolate a partire dalle utenze fragili. E’ necessario realizzare in tempi brevi l’Agenzia unica regionale della mobilità con l’obiettivo di arrivare ad un’azienda unica del trasporto pubblico
- LA REGIONE IN RELAZIONE ALL’EUROPA, ALLO STATO, AGLI ENTI LOCALI: L’Europa è il riferimento fondamentale per il futuro di questa Regione. Per quanto riguarda la richiesta di autonomia differenziata verso lo stato (art. 116 c. 3 della Costituzione) riteniamo che una maggiore autonomia è possibile solo, se non si mettono in discussione l’unità nazionale, gli impegni solidaristici, i CCNL, i sistemi di reclutamento del personale oltre che il sistema nazionale di istruzione e ricerca. Anche per questo devono essere salvaguardati e garantiti i LEP a livello nazionale. In merito al rapporto con gli enti locali riteniamo fondamentale che la Regione , a fronte della decisione del Comune di Forlì di uscire dall’Unione dei Comuni sia garante di una nuova definizione che tenga conto della necessità di determinare perimetri e organizzazioni in grado di garantire i servizi ai cittadini dei 15 comuni del comprensorio
- POLITICHE ATTIVE, GIOVANI E FORMAZIONE PERMANENTE,: chiediamo che si prosegua nel rafforzamento dell’Agenzia regionale per il lavoro al fine di sempre miglior coordinamento pubblico di tutti i soggetti che si occupano di politiche attive del lavoro; è altresì necessario che la Regione accompagni i percorsi di transizione dovuti in particolare all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione con la formazione permanente per permettere la riqualificazione
Forlì, 13/01/2020