I segretari generali dei pensionati delle tre confederazioni lanciano l’allarme sul divario digitale degli anziani. Troppe persone rischiano di rimanere escluse dai servizi minimi. Pedretti, Ragazzini e Barbagallo scrivono al presidente Tridico e avviano una campagna nazionale
Il divario digitale degli anziani è diventato un problema urgente. Per questo i tre segretari generali dei sindacati dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, Ivan Pedretti, Piero Ragazzini, Carmelo Barbagallo, hanno scritto una lettera al presidente dell’Inps Pasquale Tridico e al presidente del Civ Inps Guglielmo Loy, per chiedere incontri urgenti in cui affrontare il tema del divario digitale e delle difficoltà per milioni di pensionati di avere accesso ai propri cedolini e, quindi, alle informazioni sulle proprie pensioni.
Tutto è cominciato nel 2015
“Sono passati ormai sei anni – scrivono i dirigenti sindacali – da quando l’Inps ha deciso di sopprimere le comunicazioni cartacee con cui inviava ai cittadini le informazioni sui trattamenti pensionistici, rendendo le informazioni accessibili solo online dal sito dell’Istituto, dopo rilascio di apposito Pin. Il bilancio è sconfortante: solo 4,5 milioni di pensionati su 16 milioni usano il Pin Inps e circa 12 milioni di pensionati oggi non riescono quindi a controllare importi ed eventuali variazioni delle loro pensioni e ad accedere ai propri cedolini, cosa quest’ultima che sarà resa ancora più difficile col passaggio da Pin Inps a Spid.
Come si è giunti a questo punto
I sindacati dei pensionati fanno un riepilogo delle puntate precedenti. Dal primo ottobre 2020 è stato sospeso il rilascio di nuovi Pin Inps e dal primo ottobre 2021 l’unica modalità di accesso al sito dell’Inps (insieme a Carta di identità elettronica 3.0 e a Carta nazionale dei servizi) sarà lo Spid, sistema di identificazione più sicuro del Pin, ma certamente più complesso da ottenere e da utilizzare, anche perché presuppone la disponibilità di un indirizzo di posta elettronica e di un telefono cellulare di esclusivo utilizzo del pensionato. Il governo uscente aveva previsto anche un’altra via. Con il decreto semplificazioni era stato previsto, per chi non avesse accesso a un domicilio digitale, altre modalità di messa a disposizione e consegna della documentazione della pubblica amministrazione, da determinare con successivo decreto. Le istituzioni riconoscono così che esiste un problema di divario digitale.
Una campagna nazionale
I sindacati dei pensionati ricordano che “l’esclusione digitale di una parte consistente della popolazione anziana, soprattutto quella di età più avanti con l’età è un fatto reale e rischia di aggravarsi ulteriormente”. “Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil lanciano, quindi, una campagna di comunicazione e mobilitazione perché si trovino soluzioni rapide ed efficaci, chiedendo al Cda Inps di dare risposte al problema e di garantire il diritto dei pensionati ad accedere al proprio cedolino di pensione, superando le difficoltà sia nell’utilizzo del Pin Inps in questa fase transitoria per coloro per i quali è ancora valido, sia nell’ottenimento e nell’utilizzo dello Spid. Chiedono, inoltre, al Cda e al Civ Inps di farsi portavoce nei confronti delle istituzioni della necessità di affrontare il tema del divario digitale della popolazione anziana per quanto riguarda l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione e specificatamente dell’Inps, anche mettendo in campo un grande progetto di alfabetizzazione digitale e utilizzando le risorse del Next Generation Ue”.