Referendum Lavoro: decreto governo è un primo risultato ma ci vuole la legge

REFERENDUM LAVORO

Decreto governo è un primo risultato ma ci vuole la legge

Per questo non smobilitiamo.
Siamo e saremo impegnati ogni giorno fino a quando la legge su voucher e appalti non verrà approvata, e poi ancora continueremo la nostra mobilitazione per sostenere la Carta dei diritti universali del lavoro.
Grazie alla nostra campagna referendaria, il Governo ha deciso di intervenire sulle materie sottoposte a referendum con un decreto legge che abroga, quindi cancella, l’attuale istituto dei voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti.

Ora il Parlamento deve trasformare in legge il decreto del Governo perché la Corte di Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi superato il voto referendario.
Se questo avverrà saremo di fronte ad un grande, significativo successo della nostra azione e del diffuso esercizio democratico messo in campo in questi mesi.

Una prima, importante vittoria per i milioni di cittadini e cittadine, lavoratori, lavoratrici e non, che hanno sostenuto insieme a noi la necessità di abrogare i voucher, giustamente individuati come la nuova frontiera della precarietà e di ripristinare la piena responsabilità solidale negli appalti per garantire ai lavoratori degli appalti di potersi rivolgere anche al committente per vedere riconosciute le loro spettanze economiche e contributive qualora la loro ditta non paghi.

Se il Parlamento convertirà in legge il Decreto del Governo, non ci limiteremo a festeggiare.
Considereremo questo risultato il primo punto di avanzamento per la Carta Universale dei diritti del lavoro, obiettivo fondamentale della nostra iniziativa.
Un primo passo, importante, ma ancora solo un primo passo, per ribaltare la logica delle politiche degli ultimi anni che hanno frammentato, diviso, impoverito il lavoro.

La Carta dei diritti ha cominciato il suo percorso alla Commissione lavoro della Camera dei Deputati.
Una Carta fondata sul diritto ad avere dei diritti, a prescindere dalla tipologia di lavoro, che valorizza la contrattazione come luogo di partecipazione dei lavoratori alle scelte delle imprese, che definisce regole democratiche per la rappresentanza e la rappresentatività, che riscrive le tipologie di lavoro e le norme adesso collegate.

Una battaglia per i diritti che è una battaglia per un Paese diverso, più equo nella distribuzione della ricchezza, più giusto nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad avere un lavoro, un Paese che scommette sul lavoro e le sue competenze valorizzandolo.

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