Comunicato sulla situazione dell’Unione Romagna Forlivese.

Stiamo assistendo a poco più di due mesi dall’uscita del Comune di Forlì dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, a un preoccupante fermo della neocostituita composizione a 14. Ad un’Unione in completo riassetto riorganizzativo sicuramente non giovano le dimissioni del Direttore, figura cardine dell’Ente ai fini direzionali e organizzativi, soprattutto considerati i tempi, sicuramente non celeri che occorreranno per acquisire nuove candidature per tale ruolo. Le tempistiche non saranno ininfluenti e non vorremmo, stante le modalità di confronto interne alla politica dell’Unione che a rimetterci fossero i cittadini ed i territori! Oggi ancora più che nel passato sarà importante anzi imprescindibile la presenza di una Unione in grado garantire la fase progettuale per partecipare ai bandi legati alle risorse del PNRR, anche per questo i tempi e la convergenza della Giunta nella futura scelta del nuovo Direttore saranno fondamentali. Non vorremmo che questi percorsi alquanto tortuosi, mettessero in discussione da un lato le opportunità legate al PNRR e al relativo sviluppo del territorio e dall’altro la sostenibilità economica/stipendiale dei circa 50 dipendenti. Assistiamo con incredulità alle dichiarazioni politiche, periodicamente riportate dalle testate giornalistiche, in tema di ripartizione dei costi di gestione dell’Unione, dichiarazioni che evidenziano la distanza dal concretizzare reali obiettivi di comunità finalizzati allo sviluppo del territorio, nell’interesse dei cittadini e del benessere organizzativo dei dipendenti che vi operano.

Nel mezzo di questa discussione, infatti, restano schiacciati i servizi ai cittadini e purtroppo i dipendenti, disorientati da queste non scelte e dalle informazioni spesso fuorvianti che circolano. Particolare attenzione andrebbe posta da parte politica, sull’esiguità dell’organico complessivo dell’Unione sia nei ruoli tecnici, che amministrativi che del corpo della Polizia locale.

Non si può perdere tempo in discussioni interne per il di riparto risorse, queste decisioni si sarebbero dovute prendere già da tempo, visto che si sapeva dell’uscita del comune di Forlì già da due anni e che la regione Emilia Romagna mise a disposizione dell’unione un project manager proprio per evitare di trovarsi di fronte a problemi come questi.

Ci risulta che il tema polizia locale stia diventando il baricentro di una discussione non più legata ai servizi di comunità e di sicurezza ma di come si debbano ripartire gli oneri economici tra Comuni grandi e piccoli. A questo punto non è più rinviabile un piano operativo che definisca con chiarezza il livello pubblico dell’insieme dei servizi per i Comuni dell’Unione, il management e un piano operativo degli obiettivi che si vogliono raggiungere e dei servizi che si vogliono dare alle comunità che altrimenti resterebbero ai margini dell’affettivo sviluppo futuro del territorio.

Crediamo che i cittadini e le cittadine come i lavoratori e le lavoratici abbiano diritto di avere risposte concrete e certe. Risposte che ad oggi non sono ancora arrivate.

CGIL CISL UIL Forlì

FP CGIL FP CISL UILFP Forlì

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