“Qualunque processo che porti a un miglioramento nei rapporti tra Stato e cittadini va visto in termini positivi. Dunque non siamo critici sulla semplificazione dei rapporti, ma diamo un giudizio negativo sull’attuazione di questi processi”. Lo ha detto Mauro Soldini, presidente del consorzio nazionaledei Caaf Cgil, commentando l’introduzione del 730 precompilato nel corso della trasmissione Elleradio su RadioArticolo1.
“Il giudizio è negativo – ha spiegato – soprattutto se questi procedimenti sembrano semplificanti sulla carta, ma in realtà non lo sono. Da qui il 730 ‘precomplicato’: lo chiamiamo così perché in realtà diventa più difficile per i cittadini. Il governo lo chiama ‘decreto semplificazione’, ma non c’è nessuna semplificazione in questo processo: non si permette al cittadini di muoversi più agevolmente nella giungla del sistema fiscale. Poi ci sono modalità e intenzioni di facciata, che rischiano di creare ulteriori complicazioni: per esempio, l’equivoco del 730 precompilato che arriva a casa. Ci sarà un percorso di certificazione per poterlo utilizzare online, ma a casa dei cittadini non arriva nulla”.
Anche il lavoro dell’operatore del Caaf cambia molto, ha spiegato Soldini. “Cambia perché gli adempimenti sono aumentati: noi diventiamo lo scrigno delle informazioni e l’archiviazione del contribuente. E l’archiviazione di tutta la documentazione è già un costo maggiore che viene sostenuto da noi intermediari. Poi c’è la questione del danno erariale: banalizzando, si vuole liberare il cittadino dalle incombenze del rapporto con il fisco, perché quando avrà consegnato la dichiarazione all’intermediario sarà esentato da ogni tipo di incombenza. Questo porta a un cambiamento radicale su cui abbiamo forti dubbi di costituzionalità: il rapporto tra cittadino e Stato è scritto nella nostra Costituzione, quindi non si può sollevare totalmente il cittadino dalla responsabilità nella restituzione di somme allo Stato. Da una parte i Caaf assumono rischi enormi, dall’altra rischia anche la certezza di restituzione delle somme”.
L’introduzione delle novità aumenta i costi per i Caaf. “C’è unaccumulo di adempimenti che da una parte rafforza la nostra responsabilità, dall’altra la appesantisce. Stiamo assistendo a una forte telematizzazione dello Stato, con un allontanamento dal territorio, questo carica le nostre strutture di costi aggiuntivi che non vengono mai riconosciuti”. Soldini ha spiegato: “Si dice che i Caaf avranno aumenti di compensi, ma non è così. Per fare un 730 mediamente servono 35 minuti, che equivalgono circa a 35 euro di costi. I nostri compensi ieri erano 14 euro per ogni 730, oggi saranno di 15,5-16 euro, questa è la rimodulazione. Nonostante tutti gli aumenti che sosteniamo, le tariffe dei Caaf nell’assistenza ai contribuenti aumentano di circa un euro. Ancora una volta, stiamo tutelando le persone nei loro adempimenti obbligatori facendocene carico”.
Soldini ha quindi concluso: “C’è un aumento di richieste e insieme una riduzione del periodo in cui si fa il 730, che va dal 15 aprile al 7 luglio, meno di tre mesi. Abbiamo lottato per tenere la finestra più aperta possibile, perché per l’Agenzia delle entrate voleva ridurla ulteriormente. Aumenta anche la platea: passiamo dai 18 milioni e mezzo dell’anno scorso ai circa 20 milioni di quest’anno”. Da parte loro, i Caaf “metteranno in campo un sistema di controlli strettissimo per ridurre gli errori e i rischi successivi su sui controlli, accertamenti e responsabilità. Anche sul personale che lavora con noi, siamo chiamati a uno sforzo maggiore. Il Caaf cambia pelle, dal punto di vista quantitativo e qualitativo”.